15 GIUGNO – 29 LUGLIO 2018
Quando Gisèle Freund arrivò in Messico, nel 1950, la sua intenzione era di fermarsi per due settimane, il tempo necessario per scattare alcuni ritratti agli artisti, pittori e fotografi appartenenti alla comunità locale.
Due anni dopo partì, quasi fuggì e in seguito disse: “sentivo che stava arrivando il momento in cui il Messico mi avrebbe divorata, è un paese dai contrasti così intensi, inumani”.
Gisèle nel 1933 fu costretta a lasciare la Germania per la Francia. Arrivò in Sud America nel 1942, nuovamente in fuga dal Nazismo, su invito di Sylvia Ocampo, fondatrice ed editrice della rivista Sur, che l’avrebbe introdotta nei circoli dell’intellighenzia del continente. Lei comunque sopra ogni cosa voleva incontrare la tempestosa e mitica coppia formata da Frida Kahlo e Diego Rivera.
Anche se molto legata al lavoro del muralista (tanto da girare su di lui un film recentemente ritrovato), si avvicinò molto velocemente a Frida.
Frida Kahlo è il soggetto principale di questo racconto che si svolge intorno a Casa Azul – la residenza/studio della coppia – situata a Coyoacán, nel Sud del Messico. Gisèle Freund usa abitualmente il bianco e nero ponendo attenzione alla luce ma non perdendo l’opportunità, da vera precursora, di scattare alcune preziose immagini a colori. Questi rari documenti ritraggono Frida immersa in una serena atmosfera vestita con un’ampia gonna a fiori e uno scialle di seta rossa a coprirle le spalle. Vediamo Frida dipingere un ritratto del padre; Frida in giardino con i suoi cani; mentre da da mangiare alle oche; mentre fuma vicina ad una delle molte sculture precolombiane che Diego colleziona e che riempiono la loro casa; Frida a letto, nei momenti di tristezza e dolore provocati dal suo corpo malato, sempre con usuale bellezza e dignità; Frida con il proprio medico; Frida in posa con lo sguardo pieno di forza e determinazione. Le due donne si intendono perfettamente. Sono fatte dello stesso metallo resistente a tutte le prove. Due sopravvissute sempre perseguitate per le loro idee politiche.
Il fascino del mondo che ruota intorno a Frida fatto di artisti e attivisti politici è evidente nelle immagini di Gisèle. Non c’è niente di agiografico. Freund, seguendo la sua idea di reportage, documenta e registra ogni elemento che possa avere un significato: i dettagli della casa, la tavolozza, le foto dei dipinti che la colpiscono.
Per avvicinarsi a Diego Rivera, Gisèle cambia approccio adattandosi ai progetti e alla personalità larger than life del grande muralista. Gioca con le proporzioni facendo quasi scomparire l’artista all’interno delle sue creazioni. Nei più tradizionali ritratti si sente una distanza che non traspare invece nelle fotografie in cui la protagonista è Frida; si ha quasi la sensazione che siano una concessione ad un genere, di meno essenziale necessità.
All’interno del grande lavoro fotografico realizzato da Gisèle Freund nei due anni trascorsi in Messico, Diego e Frida si distinguono indiscutibilmente per la loro avventura umana e visiva assolutamente unica. Indubbiamente, ciò che colpisce di più, è la complicità – ritratta, immagine dopo immagine – tra la fotografa e la pittrice, tra due vite e due donne straordinarie che hanno creato immagini per esprimersi nella bellezza e nel dolore. Vere eccezioni per la loro epoca, inevitabilmente destinate ad incontrarsi e ritrovarsi.
Christian Caujolle, dal Catalogo Frida Kahlo & Diego Rivera, Edizioni Clairefontaine.
Nata a Berlino nel 1908, Gisèle Freund è stata una delle più importanti fotografe europee. Nel corso della sua lunga carriera ha collaborato regolarmente con Life e Time. È stata membro fondatore dell’agenzia Magnum. Nel 1991 le è stata dedicata una retrospettiva dal Centre Pompidou di Parigi.
La mostra, composta da 30 fotografie scattate tra il 1950 e 1951, è stata realizzata in collaborazione
con la lussemburghese Galerie Clairefontaine.