Gianfranco Zappettini è nato a Genova nel 1939. Frequenta il Liceo Artistico Niccolò Barabino di Genova e l’Accademia di Belle Arti di Carrara. Nel 1962 tiene la prima personale nella sua città natale e nello stesso anno conosce l’architetto tedesco Konrad Wachsmann, che avrà grande influenza sul suo lavoro. Le prime opere (1964-1969) riflettono il tentativo di dare ordine alla superficie, lasciando spazio all’artista per manovrare senza permettere alla programmazione preconcetta di sormontare il lavoro. All’inizio degli anni settanta in tutta Europa nascono movimenti pittorici che lavorano sugli elementi minimi del linguaggio della pittura. Da questo comune sentire, si forma la cosiddetta Nuova Pittura, da cui poi si distinguerà la Pittura analitica, più legata all’analisi dei mezzi operativi e dei processi pittorici. Ad essa Zappettini contribuisce oltre che con il suo lavoro con numerosi scritti pubblicati su riviste italiane e straniere (Gala international, Flash Art, Data, Kunstforum international ecc.) Dalla fine degli Anni settanta intraprende una fase di ricerca spirituale che lo porterà a viaggiare tra Europa, Medio Oriente e Africa e ad avvicinarsi a discipline come Taoismo, Buddhismo Zen e soprattutto Sufismo. Dopo opere pittoriche in cui predominano il distanziamento concettuale e l’ironia e dopo sconfinamenti nella fotografia, le sue opere si ispirano ora al mondo simbolico e alla metafisica. Negli anni duemila si concentra sul simbolismo della trama e dell’ordito e sul colore blu, che poi sarà affiancato anche dal rosso, dal giallo e dal ritorno del bianco. Nel 2003 costituisce a Chiavari la Fondazione Zappettini per l’arte contemporanea che si dedica tutt’oggi, oltre alla valorizzazione e all’archiviazione delle opere dell’artista, anche allo studio e alla ricerca nell’ambito della Pittura analitica e degli Anni settanta. Ha esposto in mostre e musei in tutto il mondo tra cui il Westfälischer Kunstverein di Münster, il Museo d’Arte Moderna di Parigi, il Museo d’Arte Contemporanea di Villa Croce a Genova, il Museo Vasarely di Pécs, il Museo Van Bommel-Van Dan di Venlo, il Museo d’Arte Moderna di Belgrado, il Rheinisches Landesmuseum di Bonn, l’ Heidelberg Kunstverein di Heidelberg. Nel 1977 è stato invitato alla sesta edizione di Documenta a Kassel.